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Disturbi del Sonno

Per ogni organismo il sonno è indispensabile per il riposo fisiologico ma anche e soprattutto per il recupero delle energie cognitive. Durante questa fase, a livello del sistema nervoso avvengono una serie di meccanismi cruciali, come la codificazione dei dati acquisiti nella parte mnemonica durante la veglia e l’eliminazione di quelli in eccesso.

Questo fa comprendere quanto sia fondamentale per il nostro organismo mantenere un sonno ristoratore dal punto di vista fisico e neuropsicologico.

Il campanello d’allarme che può ricondurre alla presenza di un Disturbo del Sonno è la percezione, da parte del soggetto, di un sonno qualitativamente e/o quantitativamente insufficiente o insoddisfacente.Quando la persona non riesce ad avere beneficio dal riposo perché dorme troppo poco, eccessivamente, male, o con frequenti ed improvvisi risvegli o incubi, si può pensare alla presenza di un disturbo del sonno.

Tali disfunzioni insorgono in seguito ad uno sfasamento dei meccanismi di generazione o di regolazione del ritmo sonno-veglia dovuto a fattori psicologici ed ambientali.

La quantità e la qualità del sonno necessarie all’individuo sono soggettive e possono variare secondo l’età, la presenza di fattori soggettivi (forti stati di preoccupazione o problemi socio-familiari) e di fattori esterni (ad es. svolgere un lavoro stressante o di forte responsabilità oppure dormire in un luogo percepito come pericoloso o comunque inospitale). Tali fattori possono produrre stati psico-emotivi di ansia o stress, quindi ridurre sia la quantità che la qualità del sonno.

Si possono distinguere due categorie dei Disturbi del Sonno:

· le Dissonnie, disfunzioni caratterizzate da anomalie della quantità, della qualità o del ritmo del sonno (Insonnia, Ipersonnia, Narcolessia);

· le Parasonnie, caratterizzate da comportamenti anomali o da eventi fisiopatologici che si verificano durante il sonno, durante specifici stadi del sonno o nei passaggi sonno-veglia (Sonnambulismo, Disturbo da Incubi, Disturbo da Terrore nel Sonno, Sonniloquio, Bruxismo, Sindrome delle gambe senza riposo, Enuresi notturna).

Insonnia

Caratteristica principale dell’Insonnia è una forte e cronica difficoltà ad iniziare o a mantenere il sonno che perdura per almeno un mese. Questa situazione causa intenso stress e disagio nelle sfere sociali, affettive, scolastiche e lavorative.

Il disturbo sembra essere caratterizzato da una combinazione di difficoltà ad addormentarsi, da risvegli intermittenti durante il sonno ed è spesso associata ad un aumento di reattività fisiologica e psicologica notturna.

La notevole preoccupazione circa la propria insonnia e lo stress dovuto all’incapacità di dormire possono creare nella persona un circolo vizioso: più l’individuo si sforza di dormire, più diventa ansioso e depresso perché non riesce nell’intento, più l’ansia rafforza la difficoltà nel sonno.

Alcune persone che soffrono di insonnia riferiscono di riuscire a dormire meglio lontano dal proprio letto e dal contesto abituale di vita.

L’insonnia cronica può portare al deterioramento dell’umore e della motivazione, alla diminuzione dell’attenzione, dell’energia e della concentrazione, e ad un aumento della fatica e del malessere generale.

Frequentemente chi soffre di insonnia è anche afflitto da ansia generalizzata riguardo la propria salute o da umore depresso. In conseguenza dell’eccessiva preoccupazione per il sonno, inoltre, possono svilupparsi problemi interpersonali, sociali e lavorativi, aumento della irritabilità diurna e difficoltà di concentrazione

Ipersonnia

La manifestazione principale dell’Ipersonnia è una sonnolenza eccessiva della durata di molte ore per almeno un mese, posta in evidenza da episodi di sonno prolungato e da episodi di sonno diurno quasi quotidiani.

Chi è afflitto da ipersonnia si addormenta rapidamente ed ha un buon sonno, ma può avere grosse difficoltà di risveglio, a volte apparendo confuso, litigioso e con difficoltà motorie e cognitive.

Solitamente la persona percepisce una sonnolenza che aumenta nel tempo, piuttosto che sperimentare un improvviso attacco di sonno. L’eccessiva sonnolenza durante il giorno prende la forma di sonnellini intenzionali o di episodi di sonno involontario che durano un’ora o anche di più e non comportano un successivo miglioramento della vigilanza.

L’ipersonnia può condurre a uno stato di disagio significativo e ad un danneggiamento nel lavoro e nelle relazioni sociali, familiari e affettive. Molti individui con ipersonnia hanno anche umore fluttuante che può, nel tempo, portare ad una vera e propria depressione.

Narcolessia

Le manifestazioni principali della Narcolessia sono dei ripetuti attacchi irresistibili di sonno ristoratore generalmente della durata di una decina di minuti (ma anche fino ad un’ora) per almeno tre mesi. La sonnolenza solitamente decresce dopo un attacco di sonno, salvo ritornare alcune ore dopo.

Le persone con narcolessia di solito hanno ogni giorno dai due ai sei episodi di attacco di sonno, volontario ed involontario. Gli episodi di sonnolenza sono spesso descritti come irresistibili e provocano un addormentamento involontario in situazioni inappropriate (ad esempio, guidando l’automobile, partecipando a riunioni, o durante delle conversazioni). Le situazioni di bassa stimolazione e di scarsa attività accentuano il grado di tale sonnolenza.

In conseguenza della profonda sonnolenza può verificarsi un comportamento automatico nel quale il soggetto partecipa alle situazioni senza una piena consapevolezza. Può accadere infatti di guidare, conversare o persino lavorare mettendo in atto un comportamento automatico.

Conseguentemente le persone con narcolessia possono evitare di impegnarsi in attività sociali per il timore di avere un episodio narcolettico. In generale questo disturbo del sonno può limitare gravemente la dimensione sociale, affettiva e lavorativa a causa dei ripetuti e incontrollabili attacchi di sonno e di comportamento automatico.

Comunemente questo disturbo del sonno può presentarsi associato con i disturbi dell’umore e con il disturbo d’ansia generalizzato.

Sonnambulismo

Caratteristica principale è il verificarsi di episodi costituiti da movimenti motori complessi che insorgono durante il sonno, come sollevarsi dal letto o deambulare nelle vicinanze.

Gli episodi ricorrono più spesso durante il primo terzo della notte. Nel corso di un momento di sonnambulismo la persona presenta vigilanza e reattività ridotte, sguardo fisso nel vuoto, e mancanza di risposta alla comunicazione da parte di altri o ai tentativi di risveglio. Prima del pieno recupero delle funzioni cognitive e dal ritorno di un comportamento appropriato, può seguire un breve periodo di confusione o di difficoltà di orientamento.

Gli episodi di sonnambulismo includono una varietà di comportamenti abbastanza ampia. Quelli più lievi possono essere costituiti da mettersi a sedere sul letto, guardarsi attorno o tirare ripetutamente la coperta o il lenzuolo. In episodi di maggiore entità, il soggetto può scendere dal letto e passeggiare per la stanza, oppure fuori della stanza, per le scale o all’esterno dall’edificio; può addirittura usare il bagno, mangiare, conversare e persino rispondere alle domande.

I comportamenti di sonnambulismo possono terminare con il risveglio spontaneo del soggetto, seguito da un breve periodo di confusione, oppure con il ritorno a letto e il proseguimento del sonno fino alla mattina. A volte accade che la mattina successiva la persona sonnambula si risvegli in un altro luogo oppure con situazioni che mostrano con evidenza quanto è accaduto durante la notte. Tuttavia la persona riporta sempre una amnesia completa riguardo quanto accaduto.

A causa del proprio disturbo la persona colpita da sonnambulismo può decidere di evitare le situazioni che potrebbero rivelare il suo disturbo del sonno, ad esempio andare in vacanza con qualcuno o dormire in casa di amici. La conseguenza può essere isolamento sociale o difficoltà affettive e lavorative.

Disturbo da incubi

Elemento principale è il verificarsi in maniera ripetitiva di sogni terrificanti che portano al risveglio.

I sogni paurosi e le interruzioni del sonno conseguenti ai risvegli provocano nel soggetto un forte stress e significativi danni alla sua sfera sociale e lavorativa. Gli incubi solitamente si presentano in una sequenza onirica complessa e prolungata, che provoca intensa ansia e terrore.

Durante la stessa notte vi sono più incubi ripetuti, molte volte con un tema ricorrente. Spesso il contenuto del sogno riguarda un pericolo fisico imminente per il soggetto (ad esempio un inseguimento, un’aggressione o un incidente). In alcuni casi il pericolo percepito è minore e può riguardare una debolezza personale. Al risveglio, le persone con questo disturbo possono descrivere la sequenza e il contenuto del sogno nei dettagli. La maggior parte degli incubi non rappresenta eventi reali e non riedifica situazioni traumatiche vissute come avviene nel disturbo post-traumatico da stress.

Di solito gli incubi terminano con un rapido risveglio e ritorno alla vigilanza e causano un protratto senso di paura e di ansia che comportano difficoltà nel riprendere sonno.

Se la persona si risveglia con frequenza durante la notte o se evita di dormire per la paura di fare incubi, durante il giorno può sperimentare sonnolenza, diminuzione della capacità di concentrazione, depressione, ansia e irritabilità.

Fra i soggetti con disturbo da incubi sono comuni sintomi depressivi o di ansia.

Terrore notturno

Questo disturbo, conosciuto anche come Pavor Nocturnus è caratterizzato da episodi ripetuti di terrore durante la fase di sonno, che si manifestano con bruschi risvegli preannunciati solitamente da un grido di paura o da un pianto.

Generalmente avviene un solo episodio per notte, che compare nel primo terzo della notte e si manifesta con un brusco risveglio accompagnato da urla, pianto, tachicardia, tachipnea (accelerazione del ritmo del respiro), sudorazione, pupille dilatate, rigidità muscolare. Occasionalmente possono verificarsi più episodi ad intervalli nel corso della notte. Ciascun episodio ha una durata da 1 a 10 minuti.

La paura presenta un’intensità emotiva maggiore rispetto all’incubo, a differenza del quale si manifesta più come una vera crisi d’angoscia. Spesso la persona non risponde ai tentativi per svegliarla o rassicurarla. Può anche accadere che sembri sveglia mentre non lo è. Se svegliata, è confusa e disorientata per alcuni minuti, poi riferisce un vago senso di terrore, senza contenuto onirico. Del sogno è in grado di ricordare solo alcuni frammenti. Subito dopo essere stato svegliato o al mattino successivo la persona non ricorda nulla dell’evento.

Gli episodi di terrore durante il sonno possono generare disagio nelle relazioni sociali ed affettive, la persona, infatti, può cominciare ad evitare situazioni nelle quali gli altri potrebbero rendersi conto del disturbo, come andare in campeggio, dormire da amici o compagni o dormire con il partner.

In genere questo disturbo compare tra i 4 e i 12 anni, talvolta tra di 20 e i 30 anni, ed è un fenomeno benigno e transitorio.

Può verificarsi con una certa frequenza in soggetti con disturbo post-traumatico da stress e disturbo d’ansia generalizzato.